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lunedì 20 febbraio 2012

Le interviste del CA.DE.SI.FE. - Camerata di sicura Fede

Articolo de "La Provincia di Como"

Con una nota sul Corriere della Sera e  La Provincia, il "noto" storiografo Alberto Botta ripropone il vecchio progetto di un museo mussoliniano.
E' da ricordare che tutti i luoghi che videro Mussolini per brevissimo tempo nell'Aprile 45 sono scomparsi. Casa De Maria a Mezzegra, sin dall'Aprile 45, è stata smembrata, sfruttata, venduta e anche ristrutturata. Non conserva nessuna memoria.
A Casa Belmonte, dove furono uccisi Mussolini e la Petacci, il muretto è stato rifatto già nel 45 almeno 5 volte!! Nulla è rimasto dell'originale.
A Germasino si parla di un "testamento" redatto nella casermetta della Guardia di Finanza (Falso).
Mussolini non scrisse nulla, non avendone la possibilità, né carta, né penna.
Il documento è dichiarato falso dagli storici. (Ne possiedo copia).
Dongo e paesi limitrofi furono depredati : auto, valige, bauli e non credo che gli autori di autentici furti (che tutti conoscono) siano disposti a dichiararlo.
Infine bombardamento dell'Hotel Bazzoni; non c'era nessun comando fascista, ma una ditta sfollata di Milano (Saccarifera Lombarda).
Il favoleggiare del Botta è solo un sistema per rimanere visibile e qualche credulone potrebbe cascarci, gli storici veri no!!
Il pistolotto finale accredita l'ipotesi (già ventilata) di uno sfruttamento commerciale di souvenir, tanto caro a chi ne trae guadagno.
Solo a questo servirebbe il ciarpame simil-storico rivendicato dal Botta.


G. Muggiani - Volontario e invalido RSI - Segretario generale C.T.A. 

Si fa presente che il Botta nel 45 aveva 12 anni (nato nel 1933) e si presenta come testimone oculare. (Figlio della Lupa?)

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